lunedì 19 ottobre 2015

La ricetta per le Kanelbullar, le buonissime girelle alla cannella svedesi!

Cari amici, oggi voglio condividere la ricetta per realizzare le deliziose girelle svedesi. Il "Kanelbullar" è un pane dolce speziato alla cannella e al cardamomo, una specialità classica della Svezia. Gli ingredienti sono semplici, come del resto anche la lavorazione che necessità solo di un po' di tempo, ma è di facile esecuzione. Le dosi che descriverò di seguito basteranno per la preparazione di 20/25 pezzi.

Ingredienti:
-25gr lievito di birra
-70gr di burro (lasciato ammorbidire a temperatura ambiente, non sul fuoco)
-250gr di latte
-70gr di zucchero semolato
-1/2 cucchiaino di sale
-1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere (oppure i semi pestati di 5 o 6 baccelli)
-450gr di farina
per la farcia:
-70gr di burro  (lasciato ammorbidire a temperatura ambiente, non sul fuoco)
-un cucchiaio di cannella in polvere
-40gr di zucchero semolato
per la copertura:
-un uovo un po' sbattuto
-zucchero in granella

Come si procede...
In una coppa abbastanza capiente si sbriciola il lievito e si mescola con il latte tiepido (intorno ai 30 gradi, non più caldo altrimenti compromettiamo la lievitazione), e al burro precedentemente lasciato ammorbidire a temperatura ambiente. Si aggiungono anche lo zucchero, il sale e il cardamomo. Io non avevo il cardamomo in polvere pertanto ho utilizzato i semi di 6 baccelli e li ho tritati finemente con il pestello. Per ottenere un buon risultato, vi consiglio di lavorare i semi unitamente al sale, oppure con un po' dello zucchero, questo vi aiuterà a triturarli meglio. A questo punto potrete unire anche la farina poco per volta, fino ad ottenere un impasto facile da manovrare e che sia lavorabile. Vi consiglio di preferire un impasto morbido, anche se un tantino appiccicoso, piuttosto che rischiare che le girelle risultino troppo secche. Si copre il tutto con un panno e si lascia lievitare per 40 minuti.
Mentre il composto lievita possiamo approfittarne per preparare la farcitura. Si mettono tutti gli ingredienti insieme e si mischia tutto cercando di creare un impasto morbido, omogeneo e senza grumi.
Trascorso il tempo necessario alla prima lievitazione, si procede con lo stendere l'impasto utilizzando un mattarello, formando un rettangolo spesso circa un centimetro. Poi si spalma su tutta la superficie la farcitura che abbiamo già preparato. 

Si arrotola il rettangolo farcito e si forma un rotolone. A questo punto taglieremo le nostre girelle di circa tre centimetri. Le girelle vanno messe direttamente nella pirofila dove andranno cotte (o su carta forno o dentro dei pirottini), si coprono con un panno e si lasciano lievitare per altri 30 minuti.
Si porta il forno a temperatura a 250 gradi. Quando è trascorso il tempo della seconda lievitazione, si spennella l'uovo battuto sulla superficie delle girelle e si cospargono con un po' di zucchero in granella o una spruzzatina di quello semolato. S'inforna per 5 o 10 minuti ad altezza media. Bisogna stare molto attenti perchè possono bruciarsi facilmente. A fine cottura si lasciano raffreddare su una grata, sotto un panno.

Le girelle svedesi sono un'ottima merenda, buone anche a colazione, da gustare con il caffè, con il latte, ma anche accompagnate con un buon tè.

Esistono diverse varianti a questa ricetta,  anche se si tratta di piccolissime modifiche sulle quantità: alcune con più o meno zucchero, o più o meno spezie, dipende dai gusti. Una volta che avrete imparato la lavorazione, e vi assicuro che è davvero facile, potrete modificare le proporzioni andando incontro a ciò che preferisce il vostro palato. Per questa ricetta non è stato possibile realizzare la scheda da collezione perchè,come avrete notato, è una preparazione piuttosto difficile da sintetizzare, ma sto già preparando un nuovo articolo con una nuova ricetta in scheda da poter collezionare! Quindi, rimanete collegati! A questo punto non mi resta che augurarvi una felice e dolce settimana, e un arrivederci al prossimo post!






mercoledì 14 ottobre 2015

Come prepararsi in casa un'ottima cioccolata calda, densa e gustosa!

Cartolina d'epoca: "Ragazza con la cioccolata"
 di Jean-Etienne Liotard (1743)
Bentrovati cari amici, oggi è davvero iniziato il freddo qui ad Altroquando! Vento gelido arriva dal nord ed è ora di tirare fuori le sciarpe di lana e prepararsi una bella tazza di cioccolata calda.
Il cioccolato non ha bisogno di grandi presentazioni, chi non conosce l'antica storia del cioccolato, il cibo degli dei? Chi non ha visto i numerosi film, letto i libri, o anche semplicemente gustato le più fantasiose ricette a base di cacao?
Gli aztechi pensavano che questa pianta (Theobroma cacao) fosse stata donata agli uomini dal dio Quetzalcoatl per alleviare le loro fatiche. Quindi dico...perchè non provare ad alleviare anche le nostre? Ricordate il film Chocolat con Juliette Binoche e Johnny Depp? Il film è tratto dal romanzo omonimo di Joanne Harris del 1999. Se non l'avete visto, vedetevelo! Non c'è strega al mondo che non abbia sognato di preparare una cioccolata calda per Johnny Depp, di ballare flamenco sul barcone degli zingari, o che non abbia provato a fare cioccolatini al peperoncino per sperimentarne gli effetti. Anche io non sono riuscita a rimanere indifferente alla visione del film. Difatti ho sperimentato ogni genere di ricetta, massaggio, bagno aromatizzato, tisana, crema, e chi più ne ha più ne metta, che avesse come protagonista indiscusso il cacao. I risultati sono stati quasi sempre soddisfacenti ed alcuni molto sopra la media. Oggi voglio svelarvi la ricetta per fare in casa una cioccolata super da servire in tazza. A questa ricetta ho dato il nome di "Cioccolata Vera", per via del suo gusto semplice, ma deciso e sincero. La consistenza che si ottiene da questa preparazione è molto densa, potete però decidere di variarla, in base ai vostri gusti, aggiungendo o diminuendo latte o variando i tempi di ebollizione. Io consiglio, almeno per la prima volta, di attenersi alle indicazioni e provare il risultato. Successivamente troverete davvero facile modificarne le caratteristiche a vostro piacimento e guarnirla con un po' di fantasia, magari con della panna montata, con la scorza grattuggiata di un arancio o con un po' di cannella in polvere.

Vi consiglio anche la variante al peperoncino. Si procede in questo modo: 
1- Tagliate per lungo un piccolo peperoncino, eliminatene i semi e mettetelo nel latte che utilizzerete per la cioccolata; mettete tutto sul fornello per pochi minuti, fino al bollore, e poi bisogna spegnere e lasciare riposare per un'oretta. 
2- Trascorso il tempo necessario affinchè il peperoncino abbia rilasciato le sue proprietà nel latte, si filtra eliminando il peperoncino (a questo punto il sapore rimane comunque nel latte), e si procede con la preparazione della cioccolata.
Importante: se il latte è poco, magari per una sola tazza, vi conviene mettere un pezzetto molto piccolo di peperoncino per non esagerare rendendo la bevanda troppo forte. Pian piano che fate esperienza con questa preparazione, imparerete a dosarne la forza in base al vostro gusto e ai peperoncini che avrete a disposizione. 
Si può anche optare aggiungendo un pizzichino di peperoncino in polvere (senza esagerare altrimenti rovinate il sapore) al momento, durante la preparazione stessa della cioccolata: sarà più veloce, ma il risultato sarà un po' diverso.
Servite questa bevanda super al vostro Lui o alla vostra Lei...se siete stati bravi, magari facendo qualche prova e testandone voi stessi il sapore prima di offrirla all'altro, potrete passare qualche ora piacevole, magari divertendovi a sperimentarne insieme i benefici. Vi lascio con la ricetta per la cioccolata in tazza da collezionare. La scheda non ha la variante al peperoncino...quindi vi consiglio di prendere appunti ;)





A presto amici, vi auguro a tutti una buona settimana!

sabato 3 ottobre 2015

Sweet October! La zucca, le proprietà e gli impieghi. Novità: la scheda stampabile con la ricetta della "Torta di Zucca"!

il sentiero nel bosco in autunno - Altroquando 
Carissimi amici, ber ritrovati e buon autunno a tutti! Che meraviglioso e romantico periodo dell'anno è questo! Ottobre è il mese dei poeti, dei romantici, dei sognatori e, non per ultime, delle streghe! Eh già...iniziano già i preparativi per l'Halloween! Non a caso oggi parliamo di ZUCCA. Buona, dolce e colorata, è un alimento molto utilizzato in cucina, ma anche in fitoterapia e per la preparazione di cosmetici. Una delle sue caratteristiche più preziose è quella di essere molto dolce e gradevole al palato, ma a bassissimo contenuto calorico e glucidico. Questo la rende molto adatta alla preparazione di numerose pietanze, anche per i diabetici!

È un ortaggio originario dell'America Centrale, rappresentava uno degli alimenti "base" per gli Indiani insieme alla patata e al pomodoro. Ce ne sono di numerose varietà, si diversificano per forme e colori. La zucca per eccellenza, quella arancione e dolce, è la Cucurbita maxima
Le zucche maturano in agosto e, al momento dell'acquisto, se intera, può conservarsi per tutto l'inverno (anche se si consiglia di consumarla entro carnevale), purchè tenuta in un ambiente asciutto, fresco e non esposto alla luce. Se si vuole congelarla invece è necessario privarla della buccia, tagliarla a tocchetti e sbollentarla prima di procedere alla conservazione.

La polpa della zucca ha diversi principi attivi, in particolare contiene carotenoidi: l'assunzione di caroteni è utile per la prevenzione del cancro e fanno bene alla salute degli occhi, della vista in generale, della pelle e, secondo studi sperimentali, in generale ostacolano le malattie dovute ai danni ossidativi o causate da radicali liberi. Anche i semi sono molto importanti, tra l'altro si possono tostare e salare per farne ottimi stuzzichini per l'aperitivo. Hanno una funzione medicamentosa legata alla presenza della cucurbitina, un amminoacido utile per la sua azione vermifuga: in realtà non uccide il verme, ma lo paralizza provocandone il distacco dalla parete intestinale. I semi di zucca sono molto utili anche per alleviare le infiammazioni della pelle e prevenire disfunzioni alle vie urinarie. Alcuni medici consigliano di bere un bicchiere di succo di zucca la mattina a digiuno per aiutare la diuresi.

La zucca è usata anche a scopo decorativo, come contenitore per pietanze, lavorata a traforo, usata come lanterna e in tantissimi, ma veramente tanti altri modi. 


Questo ortaggio meraviglioso è ampiamente sfruttato anche per la preparazione di cosmetici, utile soprattutto a scopo idratante e lenitivo. Ho trovato una ricetta per la preparazione di una maschera che ho provato io stessa ed ho trovato i risultati entusiasmanti. Di seguito la ricetta.

Maschera per il viso a base di zucca
Schiacciare nel pestello qualche seme di zucca, unitamente ad un spicchio di polpa. Fare una poltiglia ed unirvi un cucchiaio di miele, mescolare bene. Applicare sul viso e lasciare riposare per alcuni minuti. Tutte le pelli, specie quelle più grasse e con punti neri, risulteranno pulite e levigate. 

o - o - o

Adesso è arrivato il momento dei golosi. 
Questa settimana inizia la raccolta delle ricette in scheda da stampare PER VOI!
Da oggi in poi potrete salvare, stampare e collezionare tutte le schede con le vostre ricette preferite, con la grafica originale e le illustrazioni realizzate a mano per gli amici del Boudoir della Strega Moderna


Oggi la PRIMA SCHEDA con la ricetta della TORTA DI ZUCCA



Salvala sul tuo pc, stampala e collezionale tutte!




Spero vi piaccia la novità, e con questo vi saluto, amici e amiche, al prossimo post!



martedì 22 settembre 2015

Parola d'ordine? Sconfiggi il Drago! Come affrontare al meglio l'equinozio d'autunno 2015 con l'Angelica e la ricetta per un bagno purificante agli oli essenziali.


Carissimi amici, questa è una settimana con una fase solare e lunare molto particolare ed è necessario prepararsi  al meglio per affrontare questo momento di grande trasformazione, per veicolare le energie in circolo a nostro vantaggio.



 Mercoledì 23 inizia l’equinozio d’autunno, una della quattro feste dette cardinali. È un momento ricco di magia  in cui il buio e la luce si equivalgono, un periodo di passaggio che coincide e trova il suo culmine con i festeggiamenti per il San Michele (29 Settembre).  Per chiarire meglio… le quattro feste cardinali corrispondono  ai quattro momenti di transito in cui il sole attraversa i punti cardinali durante il suo percorso annuale lungo la fascia zodiacale. Le quattro feste cardinali corrispondono a Natale, Pasqua, San Giovanni e San Michele che sono periodi di grandi trasformazioni in cui le forze del Sole e della Luna possono incidere in modo determinante sugli uomini e la natura. Il 23 Settembre alle ore 10.21 il sole entra in Bilancia dando inizio ad un nuovo ciclo, quello autunnale. Inizia ora la rigenerazione invisibile: i frutti maturi si staccheranno dagli alberi, il mallo si separerà dal noce, il fogliame si staccherà dai rami e tutto sembrerà come morire, ma in realtà questo processo di separazione è fortemente necessario. Il morto si staccherà dal vivo, il puro dall’impuro. Durante questa silente metamorfosi “dalla morte alla vita” avverrà una purificazione della terra che si libererà dell’inutile per garantire la naturale trasformazione che, con l’autunno e poi l’inverno, dopo l’apparente morte, porterà alla nuova vita che ritornerà visibile solo con il prossimo ciclo primaverile. 
L’equinozio d’autunno è strettamente legato ai festeggiamenti del San Michele.  L’Arcangelo Michele rappresenta le forze dell’equilibrio, della giustizia, del discernimento tra il buono e il cattivo, ha lo scopo di liberare il bene e trasformare il male. La figura e la simbologia di Michele è legata ai cambiamenti che interessano l’uomo in questo processo di trasformazione che avviene in natura. L’Arcangelo assume il ruolo di purificatore della terra dagli esseri nocivi che hanno riversato in essa le loro forze distruttrici, forze che hanno preso la forma del mostro chiamato Drago o Serpente. Allo stesso modo l’uomo è chiamato a rispondere alla stessa lotta e la sua sopravvivenza, nel bene o nel male, dipenderà dalla sua capacità di discernimento. 
Come anticipato all’inizio di questo post, questa particolare fase solare è segnata anche da un altro avvenimento che interessa invece la sfera lunare. Il 24 settembre è anche l’undicesimo giorno di luna crescente in Acquario che invita alla meditazione, alla preghiera, al digiuno rituale, alla purificazione, al silenzio. Pertanto se uniamo il potere purificante di Michele agli influssi di questa undicesima luna crescente in acquario, abbiamo la possibilità di raccogliere tutte le energie utili ad affrontare la nostra personale lotta contro il Drago e, perché no, uscirne vincitori! È il momento giusto per dire addio al passato, tagliare i rami secchi, purificare il nostro corpo, aprirci al nuovo e raccogliere le energie necessarie per affrontare la separazione da tutto ciò che non vogliamo faccia più parte della nostra vita e, una volta purificati e rinnovati, abbracciare finalmente il cambiamento.
La domanda a questo punto nasce spontanea: cosa facciamo? Come ci prepariamo per affrontare il Drago? Per fortuna la risposta è altrettanto semplice: MEDITAZIONE E DISCERNIMENTO, SEPARAZIONE E PURIFICAZIONE, RACCOGLIMENTO E RIGENERAZIONE
  
Ecco di seguito, diviso in 5 semplici fasi, come affronteremo questo passaggio. Quanto illustrato sarà il da farsi a partire da mercoledì 23 fino a sabato 29, dall’equinozio autunnale al giorno di San Michele.

1-      Innanzitutto è importante l’atteggiamento mentale. Fin dal mattino, quando ci alziamo, prestiamo attenzione al respiro e al suo effetto vivificante. Apriamo le finestre ed effettuiamo un bel ricambio di aria. Quando ci laviamo, ringraziamo l’acqua per il suo effetto pulente e purificante, osserviamo come riesce a portar via ogni impurità, lasciandoci freschi e rigenerati. Evitiamo le discussioni sul posto di lavoro o in casa, alleggeriamo il nostro vocabolario e il numero di parole all’interno dei nostri discorsi, cerchiamo di togliere tutto ciò che è inutile e diventiamo asciutti, leggeri, a cominciare dai nostri pensieri.
2-      Durante questi giorni – da mercoledì 23, giornata dell’equinozio, a sabato 29 settembre che è San Michele – scegliamo di indossare fibre possibilmente naturali, prediligiamo i colori chiari, in generale quelli che ci fanno sentire rilassati e a nostro agio. Evitiamo il nero ed i colori troppo eccitanti che ci portano fuori, come per esempio il giallo. Il rosso, invece, è per eccellenza il colore dell’Arcangelo Michele,  il colore dell’equilibrio. Durante questo periodo si può decidere di portare un accessorio di colore rosso, come una sciarpa, una borsa, delle scarpe…o magari indossare un abito rosso proprio in occasione del sabato.
3-      Evitiamo alcol, fumo, eccitanti, bibite e cibi pesanti. Prediligiamo una dieta leggera, meglio se fosse liquida. Scegliamo l’acqua naturale al posto di quella frizzante, infusi e tisane depurative. Più avanti vi darò delle indicazioni e qualche ricetta da utilizzare per l’occasione. Una cara amica, strega pure lei, mi ha detto che è usanza preparare per il giorno di San Michele dei panini leggermente addolciti con una piccola aggiunta di uvetta; possiamo metterli in tavola dentro un cestino, messi accanto a dell'uva e qualche spiga di grano che sono i simboli della tradizione. In casa possiamo purificare gli ambienti accendendo qui e lì qualche cartina aromatica (quelle di Eritrea per esempio le trovo eccezionali), oppure lasciar bruciare qualche incenso (mi raccomando, che siano naturali), e accendendo qualche candela bianca.
4-      Prendiamoci del tempo per meditare. Dobbiamo fare chiarezza e raccogliere energia. Una meditazione silenziosa è quello che ci vuole, o una preghiera per chi lo preferisce. Cerchiamo di sentire il potere rigenerante del silenzio. Il silenzio non è vuoto, bensì intensità, chiarezza, è energia pulita: respiriamola. La nostra mente diventa sempre più lucida e noi ci sentiamo rigenerati. Concediamoci  sempre dalle meditazioni con un pensiero di gratitudine verso noi stessi, il nostro corpo e tutte le forze dell’universo.
5-      A questo punto non ci resta che combattere il Drago, e per farlo attenderemo la sera del 29, la notte di San Michele. Possiamo fare tutto attraverso una meditazione profonda, ma possiamo anche decidere di scrivere su un foglio tutto quello di cui ci vogliamo liberare: situazioni spiacevoli, preoccupazioni, dipendenze, persone nocive, rapporti sbagliati, un lavoro che non ci soddisfa, sentimenti e pensieri negativi, parole non dette ma che avremmo voluto dire, insomma, proprio tutto quello che vogliamo eliminare dalla nostra esistenza una volta e per tutte. Mentre scriviamo, o meditiamo, visualizziamo come queste situazioni ci abbandonano. Se decidiamo di scrivere, man mano che le trasferiamo dalla nostra vita al foglio, accompagniamole e osserviamole mentre ci lasciano per rimanere impresse solo sulla carta. Adesso prendiamo la nostra lista nera e bruciamola, lasciamo che tutto il male si consumi insieme al fumo: iniziamo il nostro rito di purificazione. Attenzione!! Non sto dicendo di dar fuoco alla casa, neanche di prendere qualcuno che vi sta antipatico e metterlo al rogo.  Sto dicendo, al massimo, di prendere quel foglietto sul quale avete scritto la vostra lista nera e strapparlo o magari bruciarlo, ma solo come semplice e innocuo atto liberatorio, per dare materia e corpo a ciò che potrebbe avvenire anche solo nella nostra testa e a livello più profondo, nel nostro cuore e nel nostro stomaco.  Un’altra raccomandazione: se nella nostra lista nera sono presenti delle persone, prima di bruciare il foglio o allontanarle anche solo con la meditazione, auguriamo loro ogni bene e chiediamo al fumo o all’universo di nasconderci dai loro sguardi in modo da tenerceli semplicemente lontani , ma che possano anche loro essere sempre felici. Non diamo spazio a nessun pensiero negativo. Se decidiamo di affrontare la purificazione con una meditazione, allora visualizziamo l’atto di lasciare andare quello che non vogliamo più, lasciamo semplicemente che scompaia dalla nostra mente.

Alla fine di tutto possiamo accendere una candela bianca e osservare come la sua fiamma, anche da sola, riesca a diradare l’oscurità. La fiamma e la sua luce diventa purificatrice e rischiara i nostri pensieri e tutto quanto intorno a noi, illumina il nostro cammino. Abbracciamo la luce. Siamo esseri nuovi, siamo pronti per accogliere il nuovo.


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L'Angelica, l'erba degli angeli per sconfiggere tutti i mali

Il nome di questa meravigliosa pianta appartenente alla famiglia delle ombrellifere è Angelica Archangelica.
Nel Medio Evo "angelico" significava anche salutare, pertanto questa erba fu detta Angelica, anzi, Arcangelica, per le sue innumerevoli virtù medicamentose; a lungo è stata utilizzata come rimedio specifico contro la peste. Nei paesi del nord europa si usava portare un rametto fiorito di angelica in processione per celebrare il ritorno del sole. È ritenuta infatti una pianta solare, piantata spesso intorno ai luoghi di culto perchè potesse essere di protezione contro le influenze nefaste e le opere oscure. Si tratta di un'erba spontanea e perenne, è molto grande e può raggiungere anche i due metri, bisogna fare molta attenzione a non scambiarla per la Cicuta. In Italia si può trovare in tutta la regione submontana, ma in molti paesi viene anche coltivata per diversi scopi, medicinali e alimentari. Tutta la pianta ha un forte sapore aromatico e balsamico, quando la si stropiccia tra le mani emana un gradevole odore. E' adoperata moltissimo nella preparazione di liquori e digestivi. Le sue proprietà, come già detto, sono innumerevoli: antisettiche, disintossicanti, purificanti, carminative, digestive, stomachiche, toniche. Nella tradizione, alla pari dell'Iperico, viene utilizzata anche come  antidepressivo, in modo particolare nella medicina spagirica che considera la pianta "portatrice di luce", quindi utile a risvegliare l'amore e la vitalità, ma non solo. Pare serva anche per combattere i momenti in cui ci sentiamo sovraccarichi, affaticati, spossati, provati nel profondo, con difficoltà a relazionarci con il mondo esterno e decisi a non voler entrare in contatto con nessuno. L'Angelica è un'erba molto generosa, funziona anche contro il rachitismo e l'isterismo.Ne esiste anche un'altra varietà, oltre l'Arcangelica, che viene definita Angelica Sylvestris ed è meno potente della prima, ma anch'essa indicata per la cura delle vie respiratorie, per liberare i polmoni dal catarro e purificare il corpo dai cibi malsani eventualmente ingeriti. (n.b. si sconsiglia l'assunzione dell' Angelica quando ci si espone al sole perchè, essendo una pianta molto fotosensibile, potrebbe darci qualche reazione; è vietato l'uso in gravidanza e allattamento).





Fatta questa premessa, possiamo provare a preparare un INFUSO A BASE DI ANGELICA 


tonico, digestivo e rilassante che potremmo consumare in questi giorni.

Su 10gr di radice precedentemente frantumata, versare un litro di acqua bollente e lasciare a riposare per 5 minuti e filtrare. Beviamo una tazzina di questa tisana dopo i pasti principali. 






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Ma non finisce qui, voglio lasciarvi con una ricetta per un BAGNO PURIFICANTE FaiDaTe



Nightime Rituals by Jack Vettriano
Ecco cosa serve.



Ingredienti:
- un sacchetto o un rettangolo di stoffa (anche un tovagliolo), da preferire un tessuto tipo cotone o lino;
-qualche foglia di salvia, di rosmarino, melissa e, se li avete, i fiori di lavanda, altrimenti potete sostituirli con un paio di gocce di olio essenziale;
-un bel pugno di sale grosso;

Procedimento:
-Lavorate nel mortaio il sale con le erbe, triturando e mischiando tutto per bene; se non avete il mortaio potete sminuzzare tutte le erbe sul tagliere e poi unirle al sale mescolando il tutto per bene.
-A questo punto, se non avete i fiori di lavanda, potete aggiungere al composto un paio di gocce di olio essenziale di lavanda.
-Mettete tutto il preparato nel vostro sacchetto oppure avvolgetelo con la stoffa e chiudendolo per bene.
-Se avete la vasca da bagno potete mettere in infusione il sacchetto dentro l'acqua calda e lasciarlo per qualche minuto prima di immergervi voi stessi; se avete la doccia potete appendere il sacchetto in modo tale che l'acqua possa filtrarvi e attraversarlo mentre vi state lavando; potete anche usare il sacchetto come fosse una piccola spugna, bagnandolo con l'acqua potete tamponarlo direttamente sulla pelle.



Un utile consiglio: se siete avvezze all'utilizzo degli oli essenziali per il bagno, potete provare a preparare la mistura che più vi aggrada, magari preferendo le essenze con i poteri più rilassanti e purificanti; essendo gli oli non idrosolubili ricordiamo sempre di provvedere alla loro preparazione in modo adeguato. Per farlo basta sciogliere le gocce dell'olio, o degli oli scelti, in uno o due cucchiai di aceto di mele o in un bicchiere di latte. Una volta che saranno ben miscelate, versate il composto ottenuto nella vasca da bagno direttamente nell'acqua calda.

A questo punto non mi resta che salutarvi amici miei, che siate streghette, stregoni o semplici curiosi. Vi auguro ogni bene e un buon San Michele!

Au revoir!

sabato 12 settembre 2015

Chi non muore si rivede...scherzi a parte, oggi vi propongo un rimedio al gelsomino per la cefalea!

Carissimi amici, vecchi e nuovi arrivati, ben ritrovati! Chi non muore si rivede...e per fortuna sono ancora viva e vegeta! Sono solo stata lontana dal web per un po', la vita di una strega è sempre piena d'imprevisti, ma oggi sono qui, più stregonesca che mai!
Mi son resa conto che in questi giorni, con il cambio di stagione, le cefalee sembrano essere sempre in agguato. Non starò qui ad annoiarvi spiegandovi che le cause scatenanti di una cefalea possono essere moltissime e ci sarebbe da indagare sulla vera origine di ogni sintomo per trovare la soluzione ad esso più indicato, ma per oggi posso proporvi un rimedio calmante a base di Gelsomino che potrà aiutarvi a lenire questo fastidioso disturbo.

Il Gelsomino è largamente utilizzato in erboristeria, in fitoterapia, omeopatia e anche a scopi alimentari. E' un arbusto spontaneo dalle caratteristiche interessanti: antispasmodico e antireumatico, ma ha anche un blando potere sedativo, con un effetto calmante e rilassante che agisce a livello cerebrale e psichico. Viene impiegato inoltre per la cura d'infezioni che riguardano l'apparato respiratorio e sembra sia utile anche per contrastare gli stati depressivi e l'irritabilità. Tempo fa ho letto che le vibrazioni del fiore di Gelsomino siano particolarmente utili a tutte quelle persone, povere loro, malate d'invidia e gelosia. I rimedi che si ottengono da questo generoso fiore aiutano coloro che hanno tendenza ad incolpare gli altri per le proprie disgrazie, rifiutando di accettare le proprie responsabilità: un rimedio ottenuto dal Gelsomino può contribuire positivamente a chi ha bisogno di guardare se stesso con sincerità e diventare consapevole dei propri comportamenti, senza rancori e risentimenti (potete approfondire l'argomento su Il linguaggio dei fiori di Giovanna Tolio). Aggiungerei, visto che la maggior parte di queste persone non è in stato tale da riconoscere in se stesso tali disturbi, posso suggerire, qualora vengano a farvi visita, di offrir loro lo stesso infuso che consiglio a voi oggi per il trattamento della cefalea: se non basterà a curare la loro invidia e\o malumore, potrete sempre sfruttarne il potere sedativo! Scherzo...ma anche no.



Infuso di Gelsomino
per la Cefalea


mettere in infusione in 
1 litro di acqua bollente
1,5 cucchiai da minestra di fiori di Gelsomino
per 10 minuti.
Filtrare e berne una scodella calda prima di andare a letto.




Come sempre vi ringrazio per essere passati di qui e auguro a tutti una buona notte e un arrivederci al prossimo post che, da oggi in avanti, salvo imprevisti, avranno una cadenza settimanale. Au revoir!

giovedì 19 marzo 2015

Preparato di spezie fini, dal manuale del Pellegrino Artusi

Cari lettori, oggi vorrei condividere con voi la preparazione di una mistura di spezie davvero speciale, un'altra meravigliosa ricetta che arriva dall'antico e originale manuale Artusiano e che darà un gran gusto ai nostri piatti.
Il nostro amico Pellegrino Artusi consiglia di non cambiare la mistura, di non aggiungere altre spezie e di usare solo della Cannella Regina, quella di Ceylan.

Eccovene la ricetta:
-noci moscate, n.2
-cannella di Ceylan, gr50
-pepe garofanato, gr20
-chiodi di garofano, gr20
-mandorle dolci, gr20

Pellegrino Artusi raccomanda di pestare tutto bene in un pestello di bronzo (io non ce l'ho ed ho usato il mio che è di pietra).
La mistura si conserva tranquillamente, anche per anni, dentro un contenitore di vetro, purchè ben chiuso e facendo attenzione che rimanga secco e non si inumidisca.
Questa sera lo proverò per arricchire una semplice pasta con un filino di olio crudo e parmigiano. So già che sarà un successo!

sabato 31 gennaio 2015

I giorni della merla e un dono dal passato. Il manuale del Pellegrino Artusi e la riabilitazione del senso del gusto. La ricetta della zuppa di zucca gialla direttamente dal manuale artusiano.

Altroquando, gennaio 2015
 Carissimi amici, ben ritrovati e siate tutti benvenuti!Questi ultimi giorni di gennaio sono particolarmente freddi: sarà davvero tutta colpa della merla? Le storie legate a questo periodo dell'anno sono tantissime, quasi tutte hanno come protagonista questo simpatico volatile che, in origine, si narra fosse bianco, divenuto nero in seguito, dopo essersi riposato nella canna di un camino caldo e fumante, per ripararsi dal freddo di gennaio. Ma questa non è l'unica versione della storia, ce ne sono molte, ci sono anche riferimenti ad una nobile signora di Caravaggio nominata de Merli che attraversò il Po per recarsi a Marito proprio durante questo periodo dell'anno in cui il il fiume era completamente ricoperto di ghiaccio.
Tutto questo per raccontarvi di una fredda giornata di fine gennaio qui ad Altroquando: rovistando tra gli scaffali in cerca di qualcosa di carino da leggere sul divano avvolta dalla mia coperta milletoppe, mi son lasciata prendere dai caratteri antichi e inconfondibili di una vecchia edizione che, non ho capito ancora come, ha finito per far capolino nella mia libreria. Trattasi di una edizione degli anni '70 de "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene - Manuale pratico per le famiglie compilato da Pellegrino Artusi", stampata da Giunti Bemporad Marzocco per la 95esima ristampa integrale e numerata. Non sapete che emozione sentire il profumo delle  vecchie pagine ingiallite che, molto probabilmente, sono state sfogliate da mia nonna prima di me, passando per la sua cucina e per altre mani ancora prima di questo giorno. 

La storia di questo libro è affascinante, lo stesso autore dice che rassomiglia alla storia della cenerentola. In prefazione difatti vi compare questa frase in apertura del racconto di tutti i rifiuti da Pellegrino Artusi ricevuti prima di trovare qualcuno che pubblicasse il suo prezioso manuale:

Vedi giudizio uman come spesso erra.

E difatti è stato proprio così. Questo testo storico ha ricevuto più rifiuti che lusinghe, da editori e amici dell'autore, eppure è un testo stampato e venduto ancora oggi, a distanza di più di un secolo. L'autore lo pubblicò per la prima volta nel 1910 a proprie spese, presso il tipografo Salvatore Landi, ma il pubblico premiò l'audacia del gastronomo italiano promuovendo il suo libro a capolavoro della cucina italiana e del servire a tavola. Pellegrino Artusi, riguardo le case editrici, ci scrive:
"[...] è bene a sapersi che gli editori generalmente non si curano più che tanto se un libro è buono o cattivo, utile o dannoso; per essi basta, onde poterlo smerciar facilmente, che porti in fronte un nome celebre o conosciutissimo, perché questo serva a dargli la spinta e sotto le ali del suo patrocinio possa far grandi voli".
Come dargli torto? Per fortuna però c'è anche qualche eccezione alla regola. Difatti, e per fortuna, il manuale di Artusi venne promosso su larga scala dalla Casa Editrice Bemporad (che poi divenne Giunti) e conosciuto così da un pubblico più ampio, diventando il capolavoro giunto fino ai giorni nostri.
Questo testo è eccezionale, scritto con eleganza e maestria, ma anche con un pizzico di ironia che non guasta. Non nascondo di essere stata completamente rapita da questa lettura fino all'ultima pagina, saltando da una ricetta all'altra, gustandomi una riga dopo l'altra: dall'indice degli ingredienti alle citazioni letterarie, dalle elaborate preparazioni ai proverbi della tradizione popolare. Questo testo, a mio avviso, è una vera opera d'arte. Voglio pertanto riportare una dedica del poeta Lorenzo Stecchetti indirizzata a Pellegrino Artusi e riportata nella presentazione di questa edizione:

"Il genere umano dura solo perché l'uomo ha l'istinto della conservazione e quello della riproduzione e sente vivissimo il bisogno di sodisfarvi. Alla sodisfazione di un bisogno va sempre unito un piacere e il piacere della conservazione si ha nel senso del gusto e quello della riproduzione nel senso del tatto. Se l'uomo non appetisse il cibo o non provasse stimoli sessuali, il genere umano finirebbe subito. Il gusto e il tatto sono quindi i sensi più necessari, anzi indispensabili alla vita dell'individuo e della specie. Gli altri aiutano soltanto e si può vivere ciechi e sordi, ma non senza l'attività funzionale degli organi del gusto. Come è dunque che nella scala dei sensi i due più necessari alla vita ed alla sua trasmissione sono reputati i più vili? Perchè quel che sodisfa gli altri sensi, pittura, musica, ecc., si dice arte, si ritiene cosa nobile, ed ignobile invece quel che sodisfa il gusto? Perché chi gode vedendo un bel quadro o sentendo una bella sinfonia è reputato superiore a chi gode mangiano un'eccellente vivanda? Ci sono dunque tali ineguaglianze anche tra i sensi che chi lavora ha una camicia e chi non lavora ne ha due? Deve essere pel tirannico regno che il cervello esercita ora su tutti gli organi del corpo. Al tempo di Menenio Agrippa dominava lo stomaco, ora non serve nemmeno più, o almeno serve male. Tra questi eccessivi lavoratori di cervello ce n'è uno che digerisca bene? Tutto è nervi, nevrosi, nevrastenia, e la statura, la circonferenza toracica, la forza di resistenza e di riproduzione calano ogni giorno in questa razza di saggi e di artisti pieni d'ingegno e di rachitide, di delicatezze e di glandule, che non si nutre, ma si eccita e si regge a forza di caffè, di alcool e di morfina. Perciò i sensi che si dirigono alla cerebrazione sono stimati più nobili di quelli che presiedono alla conservazione, e sarebbe ora di cassare questa ingiusta sentenza. O santa bicicletta che ci fa provare la gioia di un robusto appetito a dispetto dei decadenti e dei decaduti, sognanti la clorosi, la tabe e i gavoccioli dell'arte ideale! All'aria, all'aria libera e sana, a far rosso il sangue e forti i muscoli! Non vergogniamoci dunque di mangiare il meglio che si può e ridiamo il suo posto anche alla gastronomia. Infine anche il tiranno cervello ci guadagnerà, e questa società malata di nervi finirà per capire che, anche in arte, una discussione sul cucinare l'anguilla, val una dissertazione sul sorriso di Beatrice. Non si vive di solo pane, è vero; ci vuole anche il companatico; e l'arte di renderlo più economico, più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, è vera arte. Riabilitiamo il senso del gusto e non vergogniamoci di sodisfarlo onestamente, ma il meglio che si può, come ella ce ne dà i precetti".



Visto il freddo e il desiderio di dar subito ascolto alle esortazioni del poeta Stecchetti, mi vien voglia di fare una bella zucca, e non vedo alternativa migliore che prendere la ricetta dal manuale e prepararla così come lo fece il nostro Artusi più di cento anni fa.



Zuppa di zucca gialla 

(tratta dal manuale de "La Scienza e l'Arte del mangiar bene" di Pellegrino Artusi)


Zucca gialla, sbucciata e tagliata a fette sottili, un chilogrammo. Mettetela a cuocere con due ramaiuoli di brodo e poi passatela dallo staccio.
Fate al fuoco un intriso con grammi 60 di burro e due cucchiaiate di farina, e quando avrà preso il color biondo fermatelo col brodo; aggiungete la zucca passata e il resto del brodo che basti per sei persone. Poi versatelo bollente sopra a dadini di pane fritto e mandate la zuppa in tavola con parmigiano grattato a parte. Se farete questa zuppa a dovere e con brodo buono, potrà comparire su qualunque tavola ed avrà anche il merito di essere rinfrescante.





Cari amici, vi saluto, vi auguro buon appetito e un arrivederci al prossimo post!