mercoledì 26 novembre 2014

La cannella, balsamo per il cuore ed elisir di lunga vita. Storia, curiosità, ricette e creazioni - (2°parte)

“I profumi, i colori e i suoni si rispondono.” 
  (CHARLES PIERRE BAUDELAIRE)

Cari amici, oggi il clima qui ad Altroquando sembra propizio per ritrovarsi tra amici e gustare un bel tè o un vino caldo, leggendo qualche riga di Baudelaire come quella sopra citata. Approfitterei dell'occasione per continuare il nostro discorso dedicato alla cannella presentandovi, giusto appunto per l'occasione, la ricetta per un imbattibile vino scaldacuore.

Elisir d'amore

Ingredienti:
- 1 bottiglia di vino rosso (sceglierlo amabile, dolce, ma non frizzante, dall'aroma fruttato, meglio se piuttosto corposo);
-3 cucchiai colmi di miele;
-una mela liberata del torsolo e tagliata a fettine;
-3 stecchette di cannella;
- qualche scorza di un'arancia non trattata.

Si inizia versando la bottiglia di vino in una pentola abbastanza alta e con un bel fondo doppio. Poi si comincia con il versare il miele, la mela e la scorza di arancia con le stecche di cannella e si girano gli ingredienti tutti insieme facendo in modo che si amalgamino bene, pian piano e sempre nello stesso verso. Si mette tutto sul fuoco e si lascia cuocere finché non si raggiunge l'ebollizione. La tradizione vuole che si avvicini una fiamma alla superficie del vino perché questo prendi fuoco e l'alcol sia fatto evaporare. Questa operazione richiede attenzione, non appena la fiamma sarà vicina al vino, questo prenderà fuoco facilmente, ma le fiamme si spegneranno subito; farlo evitando di mandare in cenere qualcosa.
Solitamente lascio riposare il vino cotto al coperto per un'intera notte perchè prenda bene il sapore di tutti gli ingredienti. Al mattino lo filtro e lo conservo in una bottiglia di vetro. Questo vino è un vero elisir d'amore, scalda il cuore. Il miele, come la cannella, insieme alla mela e alla scorza di arancia,  hanno un fortissimo potere afrodisiaco. Mi piace servire il vino dentro dei calici doppi di vetro, dopo averlo scaldato fino a renderlo poco più che tiepido. Al centro del tavolo metto sempre una candela rossa e dei corbezzoli per decorazione. Il suo odore, il suo sapore, penetra nelle narici, ci scalda le labbra, la gola e il petto. A questo punto il gioco è fatto, basta questo a rendere accogliente l'atmosfera, che sia questo un incontro tra amici o un appuntamento tra due amanti. Se invitiamo a cena la persona che ci piace, non manchiamo di servire questa magica bevanda a fine pasto, magari accompagnando il vino caldo a della cioccolata a pezzi o al dessert prescelto a conclusione della cena. Nessuno rimane impassibile all'inebriante sapore di questo elisir d'amore.
Con la cannella possiamo realizzare anche  dei segnaposto, o unire le stecchette con dello spago intorno a qualche candela, farne delle decorazioni o dei sacchetti profumati da mettere nei cassetti e negli armadi.
Durante il periodo natalizio ne appendo qualcuna vicino all'albero, creo dei pendagli e mischio la cannella anche ad altre spezie per profumare gli ambienti.

La cannella è solitamente abbinata al dolce, ma la mia amica Rasha, nativa del Marocco, mi ha fatto assaggiare dei fagottini di pasta sfoglia ripieni di carne macinata, spolverati di zucchero a velo e cannella. Li ho trovati gustosissimi! Non ho mai chiesto a Rasha la ricetta, ma se riesco a rifarli, ne descriverò in un altro post la preparazione.
Per il momento, miei cari amici, vi saluto sorseggiando il nostro vino caldo e vi invito a ritornare per il prossimo appuntamento in cui parleremo dei festeggiamenti per il solstizio d'inverno. Au revoir!

                                                           






giovedì 20 novembre 2014

La cannella, balsamo per il cuore ed elisir di lunga vita. Storia, curiosità, ricette e creazioni.

Benvenuti amici, benvenuti ancora una volta nel mio boudoir. Questa sera parliamo di una spezia preziosa, 
la cannella, che di certo non dovrebbe mai mancare nell’erbario di una strega, ma in generale non dovrebbe mai mancare in nessuna cucina che si rispetti!

La cannella, o cinnamomum, è un albero sempreverde originario dello Sry Lanka. La sua è una storia millenaria, usata già dagli Egizi per le imbalsamazioni, ben nota in tutto il bacino del Mediterraneo, citata nella Bibbia, da Plinio e perfino nel ricettario di Re Riccado II d’Inghilterra (XIV sec.). E’ utilizzata da sempre nella medicina tradizionale Ayurvedica e Cinese per le sue innumerevoli proprietà benefiche. La qualità più pregiata è il “Cinnamomum  zeylanicum”, detta anche “cannella regina” o “cannella di Cylon”, proveniente dall’India orientale, di color nocciola con un aroma penetrante e delicato. L’altra qualità, la più economica, è  il “Cinnamomum  cassia”,  proveniente dalla Cina, di colore bruno rossiccio e dall’aroma più forte. La droga di questa pianta non si estrae dal frutto o dal seme, come nel caso di altre spezie da cucina, piuttosto si ricava dal fusto e dai ramoscelli che, liberati dal sughero che li avvolge, vengono lavorati fino a ricavarne le ben note stecche arrotolate, utilizzata tanto in cucina quanto per impieghi più creativi (candele, decorazioni, etc.).

Oggi la cannella è apprezzata nelle cucine di tutto il mondo per il suo particolare aroma, ma ancora più importante è forse il suo effetto medicamentoso sull’organismo: è tradizionalmente utilizzata come antisettico, antimicotico, per curare raffreddori, reumatismi, febbre, infezioni della pelle. Inoltre la spezia produce sul nostro organismo un effetto simile a quello dell’insulina, pertanto alcuni studi hanno dimostrato che può aiutare ad evitare l’accumulo di zuccheri nel sangue.  La cannella è una spezia dal potere riscaldante. E’ una spezia legata all’elemento fuoco, per questo è utilizzata spesso nella medicina orientale per tutti i problemi legati al “freddo”, compreso i “raffreddamenti” dello spirito e del cuore. A questa spezia viene riconosciuto anche un potere afrodisiaco, tanto che perfino Nostradamus la inserì tra gli ingredienti principali per la preparazione di un potente filtro d’’amore.  L’abbinamento della cannella con la mela, l’arancio e il miele, esalta in particolar modo questa caratteristica. L’olio essenziale è un forte stimolante del sistema nervoso, aiuta a combattere le paure, dona calore e passione, una sensazione di accoglienza, contrasta la depressione e l’impotenza, favorisce la creatività. Qualche goccia di questo prezioso olio, può essere utilizzato nella vasca da bagno per alleviare i dolori e i reumatismi. Si può mischiare all’olio di mandorle dolci per un massaggio riscaldante su tutto il corpo, stando però attenti a non eccedere nelle dosi: l’olio essenziale di cannella è molto forte e, si tratta di episodi molto rari, ma è bene ricordare che potrebbe provocare irritazioni sulla pelle, meglio pertanto fare una prova per testare la sensibilità della cute. 
Per la preparazione di un olio da massaggio alla cannella, si possono usare queste proporzioni: 1 bicchiere non troppo grande di olio di mandorle dolci, 10 gocce di olio essenziale di cannella (io aggiungo anche una goccia di olio essenziale di Rosa di Persia, o Rosa assoluta); mischiare senza agitare e lasciare riposare qualche giorno prima dell'utilizzo.Per rafforzarne il potere ed amplificare l'effetto dell'odore, si può usare uno scalda olio da massaggio prima di applicarlo sul corpo. 




L'elisir di lunga vita


Molti esperti ne consigliano il consumo di un cucchiaino al giorno per poter godere di tutte le meravigliose proprietà curative che la cannella esercita sul nostro organismo, ma come? Personalmente vi consiglio due ricette facili facili per consumare questa spezia come dolcificante per bevande, infusi caldi, o anche semplicemente da sciogliere sotto la  lingua a scopo curativo.


Cannella e miele. 
Sciogliere dieci cucchiai molto colmi di miele in un pentolino a bagno maria senza farlo cuocere, ma facendo solo in modo che diventi abbastanza fluido. Togliere il miele dal fuoco e mischiarlo con dieci cucchiaini di cannella in polvere, girare bene fino ad ottenere un composto omogeneo e denso. Si conserva il composto in un contenitore di vetro, in luogo fresco e asciutto. Si consuma in piccole dosi da un cucchiaino al giorno. Le caratteristiche del miele, miste a quelle della cannella, rendono questo composto particolarmente indicato per aiutare le difese immunitarie, ma anche per stimolare il metabolismo, contro la stanchezza, per mal di gola e raffreddori, per migliorare la digestione e per aumentare la libido (lo riscopriremo anche tra gli ingredienti del vino caldo). Un cucchiaio di questo composto, sciolto in un poco di acqua calda prima di andare a dormire, aiuta nei casi d'insonnia.




Cannella e zucchero
Si mette in un pestello dello zucchero grezzo di canna (circa cinque cucchiai), con due pezzi  non troppo grandi di cannella in stecche (andranno bene un paio di pezzi di circa 3 centimetri l'uno) e si inizia a pestarle bene fino ad ottenerne una polvere sottile. Se non si ha voglia di lavorare le stecche con il pestello si può utilizzare la cannella in polvere, la proporzione è la stessa che si usa per la preparazione del miele: un cucchiaino di cannella per ogni cucchiaio di zucchero. Si pestano insieme fino ad ottenere una mistura fine con le due parti ben miscelate tra loro. Il composto che si ottiene può essere utilizzato per il consumo giornaliero di un cucchiaino al giorno, usato per zuccherare bevande, caffè, infusi, te, latte caldo. Oppure si può usare per zuccherare delle mele cotte al forno o, ancora, da unire a della ricotta da spalmare sul pane caldo per una dolce e nutriente merenda. Un utilizzo più creativo potrebbe essere quello di mettere lo zucchero aromatizzato alla cannella in un barattolino di vetro e confezionarlo per farne dono agli amici. I barattolini di zucchero aromatico è una soluzione che è tanto di moda negli ultimi anni, sembra molto apprezzata anche in occasioni di matrimoni e feste, utilizzati come bomboniere, segnaposto e regali per gli ospiti. 





Panetti caldi al ricordo di cannella

Forse è l'inverno che ci rende tutti più romantici, forse è l'approssimarsi delle festività natalizie o solo un semplice desiderio di coccole, ma in questi giorni ho avvertito spesso il desiderio di abbandonarmi ai ricordi e rispolverare qualche vecchio album di foto. Proprio la scorsa settimana ho invitato alcuni amici a cena e mi è venuta l'idea di affidare alla cannella il compito di riportarci indietro nel tempo, accompagnati dal suo caldo e famigliare profumo. Per l'occasione ho preparato dei piccoli panetti da servire caldi, profumati alla cannella e con un leggero aroma di vaniglia. Ho lavorato il pane come faccio di solito: ho setacciato la farina e l'ho mischiata al lievito in polvere, ho poi unito la farina a dell'acqua tiepida. L'impasto deve risultare molto morbido. Le proporzioni che ho usato, ma questo dipende anche dal tipo di farina (per questi panetti ho scelto la n.0), sono 500gr di farina e circa 300 gr di acqua. Ho lavorato tutto dentro una coppa con un cucchiaio grande di legno. All'impasto ho aggiunto un pizzico di sale e di cannella in polvere, pochissimo aroma di vaniglia per dolci. Ho lasciato lievitare per la prima mezzora lasciando la coppa al chiuso avvolta in una coperta. Nel frattempo ho rivestito la teglia per la cottura con la carta oleata. Passato il tempo previsto ho impastato nuovamente il pane, l'ho diviso con il cucchiaio in tanti piccoli panetti grossi poco più di un pugno. Su ogni panetto ho messo tre piccole scaglie di cannella in stecca e li ho sistemati direttamente sulla teglia per la cottura lasciando abbastanza spazio tra un pezzo e l'altro. Ho coperto tutto con una coperta ed ho lasciato a lievitare tutta la notte. La mattina seguente ho acceso il forno a 220 gradi e vi ho cotto i panetti per circa 20/30 minuti. Li ho serviti con della bresaola, il contrasto con il salato li ha resi particolarmente appetibili.  Come contorno ho aggiunto dei broccoli bianchi scottati in padella con un pizzichino di olio e noce moscata. 


TO BE CONTINUED...



domenica 9 novembre 2014

La mela, frutto della conoscenza, invito all'amore o pomo della discordia? In conclusione anche la ricetta per una speciale torta di mele mandorlata: la"Torta dell'amor sacro e dell'amor profano".

Benvenuti amici lettori, benvenuti tutti! Oggi il mio salotto privato si apre al pubblico virtuale per la prima volta. Tra un sorso di tè, una chiacchiera e un dolcetto, tanto per aprire le danze, ho deciso di dedicare questo primo post ad un classico. 
Parleremo della simbologia legata alla mela, un frutto di origine asiatica che da sempre ha ispirato la fantasia dell'essere umano, tanto al punto da diventare il soggetto della mitologia e del folklore di moltissimi popoli fin da tempi immemorabili. Ma non solo...dove c'è una mela, c'è quasi sempre una strega!
Hesperiden - 1884 - München - Neue Pinakothek di Hans von Marées
Iniziamo per esempio dalla mitologia greca, parlando di "mela d'oro", il frutto che donava eterna giovinezza, proveniente dal giardino delle Esperidi, le figlie della notte, che proteggevano un albero dai pomi d'oro ai quali si attorcigliava, sempre a guardia dei prodigiosi frutti, il serpente Ladone dalle cento teste. Vi ricorda qualcosa? A me viene in mente il frutto proibito che Eva, tentata dal serpente, colse dall'albero della conoscenza commettendo il peccato originale. La mela d'oro era anche l'appellativo che veniva dato alle città conquistate durante il dominio dell'Impero Ottomano, quelle che divenivano l'oggetto di desiderio del sultano (lo furono Costantinopoli, Buda, Vienna). 
Parlando di conquiste, mi ritorna in mente la storia del "Giudizio di Paride", un mito che ci viene tramandato, ancora una volta, dalla mitologia greca, che poi fu anche una delle ragioni che scatenarono la guerra di Troia. Si racconta che, alla celebrazione delle nozze tra Teti e Peleo (genitori di Achille), Zeus decise di non invitare Eris, la dea della discordia. Colta dal risentimento, Eris decise di recarsi comunque alla festa e di gettare una mela d'oro con sopra la scritta "alla più bella". La mela divenne motivo di contesa tra le tre dee Afrodite, Era e Atena. Zeus, non sapendo che pesci pigliare, decise di sbolognare la faccenda al povero malcapitato Paride che, a detta di tutti, era il giovane più bello tra gli uomini. Quindi, all'uomo più bello venne affidato il compito di scegliere la dea più bella. Naturalmente le tre dee, in cambio del suo favore, promisero dei doni al giovane Paride: Atena promise successo in battaglia e contro ogni altro guerriero; Era promise ricchezza e potere; Afrodite, in cambio della mela, gli avrebbe concesso l'amore della donna più bella del mondo. Paride, che non era certo famoso per furbizia o intelletto, scelse Afrodite che,  per mantener fede alla promessa, lo aiutò a rapire Elena, moglie del re spartano Menelao. Fu così che Paride diede inizio alla guerra di Troia: tutto per una mela e per una donna.
Atalanta e Ippomenedipinto di Guido Reni. Museo di Capodimonte, Napoli
Non è per caso che, durante il racconto delle vicende di Paride, ho puntato l'attenzione sull'espressione "gettare una mela". Difatti, nella cultura Greca, gettare una mela era un chiaro invito all'amore, una dichiarazione esplicita che non ammetteva dubbi. Oltretutto la mela rappresentava anche la fecondità. Gli sposi infatti, durante la cerimonia, erano soliti compiere un gesto scaramantico: mangiare insieme una mela. Si pensava che questo gesto avrebbe favorito la fertilità di coppia.
La mela, simbolo di amore e femminilità, frutto della conoscenza, simbolo dell'anima immortale, di morte iniziatica, di fecondità e abbondanza, di trasmutazione e rinascita spirituale. La mela che, insieme al melograno, assumono importanza mistica per moltissime culture che condividono lo stesso mito se pur distanti tra loro, che sia per connotazione temporale o geografica.
A tal proposito voglio riportare questi versi tratti dal libro Le nebbie di Avalon, uno dei tre libri del ciclo di Avalon, scritto da Marion Zimmer Bradley:


Le Nebbie avvolsero, ancora, le terre… e lambirono le coste dell’Isola delle Mele… un tempo infinito trascorse senza luce sull’Isola Sacra, e sulle terre emerse.
Un giorno in cui la Dea ebbe pietà del dolore delle genti, un leggero soffio tiepido emise ed una brezza tornò a spirare, come alito di Primavera come battito del cuore di una Madre…

Lentamente le Nebbie si allontanarono e fu ancora alba e tramonto… e speranza… e Vita…sulle sponde dell’Isola Sacra di Avalon.

Avalon, in celtico abellio e che in bretone si dice aval, significa melo. Avalon era l'Isola delle Mele. Il melo per i celti era infatti considerato l'albero sacro per eccellenza, il suo frutto era il dono che gli dei concedevano agli uomini degni di considerazione e ai quali veniva concessa la loro benevolenza.
Per dovere di citazione, non posso non menzionare la mela di Guglielmo Tell, quella che, posta sulla testa del figlioletto, l'eroe svizzero dovette centrare con una freccia per aver salva la vita. Esistono tantissimi miti e leggende in cui la mela fa da protagonista, così tante da rendere impossibile l'idea di citarle tutte.
Vogliamo per esempio dimenticare la celeberrima mela di Biancaneve, la famosa favola dei fratelli Grimm?
Mi torna in mente, a proposito di streghe, di aver letto riguardo un incantesimo d'amore di origine germanica in cui l'oggetto del rito era proprio una mela. Sembra che per ottenere le attenzioni della persona desiderata bastasse rivolgere le proprie preghiere alla dea Idun, la dea delle mele sacre. Il rito consisteva nell'atto di prendere il frutto e tagliarlo a metà in senso orizzontale, in modo da vederne la sezione a stella con i semi. Poi bisognerebbe scrivere su un foglio il nome dell'amato/a, riporre il foglio al centro della mela, richiudere le due metà tenendole insieme con dei rametti di mirto. Mettere il tutto a seccare, all'aria o in un forno, alla fine avvolgere il risultato nelle foglie del mirto e metterlo dentro il guanciale della persona amata facendo in modo che non se ne accorga....e qui mi sorge un dubbio. Come può qualcuno non accorgersi di avere un pacchetto di mela e mirto dentro al cuscino e magari dormirci sopra? Per ovvi motivi non mi sento di consigliare di provare l'esperimento in alcun modo.
Al contrario, mi piace molto realizzare dei piccoli talismani profumati con le fettine di mele tagliate sottilissime e sempre in senso orizzontale in modo che sia visibile la stella. Una volta ottenuti questi deliziosi cerchietti,  li lascio seccare con foglie di felce, o verbena, o timo, all'aria oppure in forno. In base ai gusti si può esaltarne il profumo aggiungendo delle gocce di olio essenziale profumato.  Si possono anche utilizzare come decorazioni, si può farne segnalibri, chiudipacco, oppure usarle per abbellire l'albero di natale. A me piace prepararli in prossimità delle festività natalizie e uso in abbinamento l'olio essenziale di cannella che conferisce ai piccoli cerchi dorati un profumo caldo e speziato. Basta qualche goccia e la magia è fatta. Mi piace appenderli qui e lì in giro per casa e ne faccio decorazioni natalizie o li utilizzo per confezionare piccole creazioni da regalare agli amici. La cannella è legata all'elemento fuoco ed ha il potere di scaldare i cuori e creare un'atmosfera accogliente, diffonderne il profumo negli ambienti aiuta a far sentire le persone che si trovano con noi protette e al sicuro. La cannella ha anche un leggero potere afrodisiaco che esalta la simbologia della mela legata all'amore, è oltretutto un olio molto potente utilizzato anche dalla medicina ayurvedica e cinese, è un tonico del sistema nervoso e favorisce la creatività e a combattere le paure, la solitudine e la depressione. Attenzione nel maneggiarla, essendo molto forte può provocare irritazioni sulla pelle. Per usarla sulla pelle, magari come ingrediente in un olio da massaggio, bastano pochissime gocce da diluire in un bicchiere di olio di mandorle dolci. Approfondirò il discorso sulla cannella prossimamente in un altro post, è una spezia particolarmente generosa e merita altrettanta generosità e accuratezza nel parlarne. Magari vi dedicherò il prossimo post. Per il momento la lasceremo in sospeso per ritornare alle mele.

Dopo tutto questo gran parlare di miti e leggende direi che potremmo spostare la conversazione su un utilizzo della mela più casereccio! E' arrivato il momento di dedicarci alla ricetta della Torta di mele mandorlata o, come la chiamo io, la  torta dell'amor sacro e dell'amor profano.
Questo semplicissimo dolce è ottimo da preparare in occasione di un appuntamento autunnale con gli amici o per una persona speciale. Il suo potere è quello di coccolare e accogliere con semplicità qualcuno che ci sta a cuore. Mette di buon umore ed è impossibile resistere al suo delizioso sapore.



Iniziamo con l'occorrente:

  • tre mele (sono ottime le deliziose, ma vanno bene tutte tranne quelle verdi, purchè siano dolci e un poco mature)
  • 230g di zucchero
  • 250g di burro
  • 3 uova
  • 250g di farina
  • 1 bustina di lievito vanigliato
  • un pugno abbondante di mandorle sgusciate
  • due cucchiai di zucchero grezzo di canna
  • poco acqua
  • poco latte (solo se serve)
  • un pizzico di sale
  • uno stampo per torte (io utilizzo quello a ciambella)
Si prepara il forno lasciandolo a riscaldare bene a 180° così, quando avremo finito l'impasto, sarà pronto per la cottura.

Si inizia dividendo i rossi dai bianchi delle uova. In una grande ciotola mischiare lo zucchero con il burro ammorbidito e aggiungervi i rossi. Si mischia la farina al lievito e insieme si versano a pioggia nella ciotola cercando di mischiare evitando che si creino grumi. Mescolare con energia e sempre in un senso. Se l'impasto risultasse troppo duro o impossibile da lavorare, aggiungere appena una goccia di latte per ammorbidire, ma non esagerare, usarne pochissimo altrimenti si rischia di ammorbidirlo troppo. A parte si montano gli albumi a neve con un frustino, si incorporano al composto e si versa tutto nello stampo che avremmo precedentemente imburrato e cosparso con un poco di farina per evitare che durante la cottura il dolce si attacchi ai bordi. Si può anche optare per l'utilizzo della carta forno, io la evito perchè trattiene troppa umidità. Si inforna a 180° e si lascia cuocere per una bella mezzora.
Nel frattempo, nel pestello, mettiamo le mandorle sgusciate e iniziamo a triturarle bene fino a farne una granella grossolana, ci aggiungiamo anche lo zucchero e continuiamo a pestare bene amalgamando i due ingredienti. Quando abbiamo pronta la granella, aggiungiamo a questa circa mezzo bicchiere di acqua e mischiamo bene il tutto girando con un cucchiaio, come se lo dovessimo montare. Il composto dovrà essere abbastanza da coprire la superficie superiore della nostra torta di mele. Se necessario, aggiungere altra acqua. Passata la prima mezzora  il dolce dovrebbe essere quasi al termine di cottura ed ha già lievitato, pertanto possiamo aprire il forno e tirarlo fuori solo per cospargerne la superficie con la granella di mandorle acqua e zucchero grezzo di canna che abbiamo preparato. Rimettere in forno per altri dieci minuti e lasciare dorare la superficie perchè diventi un poco croccante.
A questo punto il dolce è pronto. Una volta freddato si potrà trasferirlo in un piatto di portata e offerto ai nostri ospiti speciali. Si può anche impiattare abbinato ad un cucchiaio di gelato alla vaniglia.
Questa ricetta è una variante sfiziosa alla classica torta di mela, la granella di mandorle la rende molto più appetitosa. La mandorla è tra l'altro un frutto prodigioso le cui proprietà sono esaltate in tutte le culture del mondo, la simbologia alla quale è legato è anch'essa molto affascinante. Con le mele si combinano perfettamente, questo duo godurioso ci conquista e ci soddisfa.
Pensando bene al significato sacro legato alla mandorla, e all'abbinamento con la mela, mi fa venir voglia di ribattezzare questa ricetta con il nome di torta dell'amore sacro e dell'amor profano.


Siamo così giunti alla fine del nostro primo incontro. Il boudoir chiude i battenti, ma solo per darci il tempo di preparare il prossimo articolo dedicato alla Cannella. Vi invito pertanto a tornare la prossima settimana! 

Au revoir!